Ricette

Brodi, Gelatina e Sughi

n.
5

Sugo di carne che i francesi chiamano salsa spagnuola

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Minestre

Una volta si diceva che la minestra era la biada dell’uomo; oggi i medici consigliano di mangiarne poca per non dilatare troppo lo stomaco e per lasciare la prevalenza al nutrimento carneo, il quale rinforza la fibra, mentre i farinacei, di cui le minestre ordinariamente si compongono, risolvendosi in tessuto adiposo, la rilassano. A questa teoria non contraddico: ma se mi fosse permessa un’osservazione, direi: Poca minestra a chi non trovandosi nella pienezza delle sue forze, né in perfetta salute, ha bisogno di un trattamento speciale; poca minestra a coloro che avendo tendenza alla pinguedine ne vogliono rattener lo sviluppo; poca minestra, e leggiera, ne’ pranzi di parata se i commensali devono far onore alle varie pietanze che le vengono appresso; ma all’infuori di questi casi una buona e generosa minestra per chi ha uno scarso desinare sarà sempre la benvenuta, e però fatele festa. Penetrato da questa ragione mi farò un dovere d’indicare tutte quelle minestre che via via l’esperienza mi verrà suggerendo.

I piselli del n. 427 possono dar sapore e grazia, come tutti sanno, alle minestre in brodo di riso, pastine e malfattini; ma si prestano ancora meglio per improvvisare, se manca il brodo, il risotto del n. 75.

Minestre in Brodo

n.
8

Tortellini all'italiana (Agnellotti)

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n.
40

Zuppa alla spagnuola

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n.
44

Quaglie col riso

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n.
49

Riso con zucchini

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n.
53

Zuppa alla Stefani

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Minestre asciutte di magro

n.
56

Zuppa di purè di piselli, di magro

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n.
57

Zuppa di fagiuoli

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n.
58

Zuppa toscana di magro alla contadina

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n.
59

Farinata gialla di magro

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n.
64

Zuppa di ranocchi

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n.
65

Zuppa col brodo di muggine

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n.
66

Zuppa alla certosina

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n.
68

Zuppa di purè di piselli secchi

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n.
72

Risotto colle telline

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n.
73

Risotto colle tinche

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n.
76

Risotto coi funghi

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n.
81

Risotto coi ranocchi

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n.
82

Risotto coi gamberi

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n.
83

Risotto col brodo di pesce

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n.
85

Maccheroni alla napoletana I

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n.
86

Maccheroni alla napoletana II

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n.
87

Maccheroni alla bolognese

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n.
88

Maccheroni con le sarde alla siciliana

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n.
91

Pappardelle all'aretina

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n.
93

Paste colle arzavole

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n.
94

Pappardelle col sugo di coniglio

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n.
96

Pappardelle colla lepre II

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n.
100

Spaghetti colle acciughe

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n.
101

Spaghetti coi naselli

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n.
102

Spaghetti col sugo di seppie

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n.
103

Spaghetti da quaresima

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n.
104

Spaghetti alla rustica

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n.
105

Spaghetti coi piselli

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n.
107

Minestra di erbe passate

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Principii

Principii o antipasto sono propriamente quelle cosette appetitose che s’imbandiscono per mangiarle o dopo la minestra, come si usa in Toscana, cosa che mi sembra più ragionevole, o prima, come si pratica in altre parti d’Italia. Le ostriche, i salumi, tanto di grasso, come prosciutto, salame, mortadella, lingua; quanto di magro: acciughe, sardine, caviale, mosciame (che è la schiena salata del tonno), ecc., possono servire da principio tanto soli che accompagnati col burro. Oltre a ciò i crostini, che vi descriverò qui appresso, servono benissimo all’uopo.

n.
110

Crostini di fegatini di pollo

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n.
111

Crostini di fegatini di pollo con salvia

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n.
112

Crostini di beccaccia

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n.
115

Crostini di fegatini e acciughe

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n.
116

Crostini di milza

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Salse

La migliore salsa che possiate offrire ai vostri invitati è un buon viso e una schietta cordialità. Brillat Savarin diceva: «Invitare qualcuno è lo stesso che incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che dimora sotto il vostro tetto». Le poche ore che vorreste rendere piacevoli all’amico ospitato, vengono oggigiorno preventivamente turbate da certe cattive usanze che cominciano ad introdursi e minacciano di generalizzarsi; intendo della così detta visita di digestione entro gli otto giorni e della mancia ai servitori della casa per un pranzo ricevuto. Quando si abbia a spendere per un pranzo, meglio è di
pagarlo al trattore, che così non si contraggono obblighi con nessuno; di più, quella seccatura di una visita a termine fisso e a rima obbligata, che non parte spontanea dal cuore, è una vera balordaggine.

n.
120

Salsa verde, che i Francesi chiamano "Sauce Ravigote"

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n.
121

Salsa di capperi e acciughe

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n.
123

Salsa alla maître d'hôtel

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n.
125

Salsa di pomodoro

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n.
127

Salsa piccante I

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n.
129

Salsa gialla per pesce lesso

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n.
130

Salsa olandese

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n.
132

Salsa con capperi per pesce lesso

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n.
134

Salsa genovese per pesce lesso

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n.
136

Salsa tartufata

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Uova

Le uova, dopo la carne, tengono il primo posto fra le sostanze nutritive. L’illustre fisiologo Maurizio Schiff, quando teneva cattedra a Firenze, dimostrava che la chiara è più nutriente del torlo, il quale è composto di sostanze grasse e che le uova crude o pochissimo cotte sono meno facili a digerirsi delle altre, perché lo stomaco deve fare due operazioni invece di una: la prima di coagularle, la seconda di elaborarle per disporle all’assimilazione. Meglio è dunque attenersi alla via di mezzo, e cioè: né poco, né troppo cotte. La primavera è la stagione in cui le uova sono di più grato sapore. Le uova fresche si danno a bere alle puerpere e il popolo giudica sia cibo conveniente anche agli sposi novelli. Ci fu una volta il figlio di un locandiere da me conosciuto, un giovinastro grande, grosso e minchione, il quale essendosi sciupata la salute nel vizio, ricorse al medico che gli ordinò due uova fresche a bere ogni mattina. Datosi il caso favorevole e sfavorevole, insieme, che nella locanda v’era un grande pollaio, ivi si recava e beveva le uova appena uscite dalla gallina; ma, come accade, il tempo dando consiglio, dopo qualche giorno di questa cura il baccellone cominciò a ragionare: «Se due uova fanno bene, quattro faranno meglio» e giù quattro uova. Poi: «Se quattro fanno bene, sei faranno meglio che mai» e giù sei uova per mattina; e con questo crescendo arrivò fino al numero di dodici o quattordici al giorno; ma finalmente gli fecero fogo, e un forte gastricismo lo tenne in letto non so quanto tempo a covar le uova bevute.

n.
141

Uova stracciate

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n.
143

Uova ripiene I

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n.
148

Frittata di spinaci

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n.
149

Frittata di fagiolini in erba

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n.
150

Frittata di cavolfiore

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n.
151

Frittata in riccioli per contorno

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n.
152

Frittata colla pietra di vitella di latte

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Paste e pastelle

n.
157

Pastella per fritti di carne

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Ripieni

n.
160

Ripieno pei polli

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n.
161

Ripieno di carne per pasticci di pasta sfoglia

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Fritti

n.
173

Fegato di maiale fritto

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n.
176

Fritto alla romana I

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n.
187

Cotolette di carciofi

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n.
197

Crocchette di animelle

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n.
203

Fritto negli stecchini

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n.
204

Agnello in frittata

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n.
205

Pollo dorato I

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n.
206

Pollo dorato II

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n.
207

Petti di pollo alla scarlatta

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n.
208

Pollo alla cacciatora

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n.
209

Pollo fritto coi pomodori

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n.
210

Fegato col vino bianco

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n.
211

Fegato alla cacciatora

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n.
217

Coratella d'agnello alla bolognese

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n.
221

Bracioline di vitella di latte all'uccelletto

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n.
222

Saltimbocca alla romana

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n.
223

Bocconi di pane ripieni

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Tramessi

Sono gli entremets dei Francesi; piatti di minor conto, che si servono tra una portata e l’altra.

n.
236

Costolette d'agnello vestite

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n.
237

Costolette nella carta

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n.
246

Carciofi in teglia

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n.
248

Tortino di pomodori

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Umidi

Gli umidi, generalmente, sono i piatti che più appetiscono; quindi è bene darsi per essi una cura speciale, onde riescano delicati, di buon gusto e di facile digestione. Sono in mala voce di esser nocivi alla salute; ma io non lo credo. Questa cattiva opinione deriva più che altro da non saperli ben fare; non si pensa, cioè, a digrassarli, si è troppo generosi cogli aromi e coi soffritti e, ciò che è il peggio, se ne abusa. Nelle grandi cucine, ove il sugo di carne non manca mai, molti umidi si possono tirare con questo insieme col burro; e allora riescono semplici e leggieri; ma quando il sugo manca, ed è necessario ricorrere ai soffritti, bisogna usarli con parsimonia e farli con esattezza tanto nella quantità, che nel grado di cottura.

n.
253

Stracotto di vitella

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n.
254

Stracotto alla bizzarra

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n.
258

Pollo disossato ripieno

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n.
260

Pollastra in umido con contorno di riso

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n.
262

Braciuola di manzo alla sauté o in teglia

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n.
263

Pollo alla contadina

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n.
264

Pollo con la marsala

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n.
265

Pollo colle salsicce

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n.
266

Pollo in salsa d'uovo

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n.
268

Pollo alla Marengo

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n.
269

Petti di pollo alla sauté

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n.
270

Germano ossia anatra selvatica I

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n.
271

Germano in umido II

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n.
273

Anatra domestica con contorno di riso

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n.
275

Folaghe in umido

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n.
276

Piccioni in umido

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n.
277

Piccione all'inglese o piccion paio

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n.
278

Manicaretto di piccioni

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n.
279

Timballo di piccioni

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n.
282

Storni in istufa

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n.
283

Uccelli in salmì

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n.
284

Stufato di lepre

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n.
285

Cignale dolce-forte

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n.
286

Cignale fra due fuochi

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n.
287

Costolette di daino alla cacciatora

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n.
288

Coniglio in umido

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n.
290

Lingua di bue al sugo di carne

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n.
291

Arnioni saltati

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n.
292

Arnioni per colazione

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n.
293

Arnioni alla fiorentina

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n.
294

Cosciotto o spalla di castrato in cazzaruola I

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n.
295

Cosciotto o spalla di castrato in cazzaruola II

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n.
296

Lombata di castrato ripiena

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n.
298

Bue alla brace

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n.
299

Girello alla brace (Garetto)

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n.
300

Bue alla California

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n.
302

Scaloppine alla livornese

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n.
303

Scaloppine di carne battuta

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n.
304

Scaloppine alla genovese

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n.
305

Scaloppine con la panna acida

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n.
306

Scaloppine di vitella di latte in tortino

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n.
307

Bracioline ripiene

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n.
308

Bracioline alla Bartola

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n.
309

Bracioline alla contadina

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n.
310

Braciuole nella scamerita

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n.
312

Cotolette di vitella di latte coi tartufi alla bolognese

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n.
316

Polpettone di carne cruda alla fiorentina

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n.
318

Agnello trippato

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n.
319

Agnello coi piselli all'uso di Romagna

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n.
320

Spalla d'agnello all'ungherese

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n.
321

Testicciuola d'agnello

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n.
322

Coteghino fasciato

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n.
323

Stufatino di muscolo

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n.
324

Stufatino di petto di vitella di latte coi finocchi

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n.
325

Vitella di latte in guazzetto

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n.
328

Lombo di maiale ripieno

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n.
329

Bue garofanato

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n.
330

Animelle alla bottiglia

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n.
331

Trippa col sugo

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n.
332

Trippa legata con le uova

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n.
336

Lingua in umido

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n.
337

Fegato di vitella di latte alla militare

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n.
338

Braciuole di castrato e filetto di vitella alla finanziera

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n.
339

Braciuoline ripiene con carciofi

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n.
340

Filetto colla marsala

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n.
341

Filetto alla parigina

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n.
342

Carne alla genovese

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n.
345

Sformato di riso col sugo guarnito di rigaglie

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n.
352

Umido di rigaglie di pollo col sedano

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n.
353

Scaloppine alla bolognese

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n.
356

Lesso rifatto all'inglese

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n.
357

Lesso rifatto all'italiana

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n.
359

Carne all'imperatrice

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Rifreddi

n.
361

Lingua di vitella di latte in salsa piccante

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n.
364

Rifreddo di vitella di latte

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n.
365

Pollo in salsa tonnata

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n.
366

Cappone in galantina

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Erbaggi e legumi

Gli umidi, generalmente, sono i piatti che più appetiscono; quindi è bene darsi per essi una cura speciale, onde riescano delicati, di buon gusto e di facile digestione. Sono in mala voce di esser nocivi alla salute; ma io non lo credo. Questa cattiva opinione deriva più che altro da non saperli ben fare; non si pensa, cioè, a digrassarli, si è troppo generosi cogli aromi e coi soffritti e, ciò che è il peggio, se ne abusa. Nelle grandi cucine, ove il sugo di carne non manca mai, molti umidi si possono tirare con questo insieme col burro; e allora riescono semplici e leggieri; ma quando il sugo manca, ed è necessario ricorrere ai soffritti, bisogna usarli con parsimonia e farli con esattezza tanto nella quantità, che nel grado di cottura.

n.
376

Zucchini col regamo

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n.
377

Zucchini ripieni

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n.
378

Zucchini ripieni di magro

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n.
379

Fagiuolini e zucchini alla sauté

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n.
380

Fagiuolini in salsa d'uovo

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n.
381

Fagiuolini colla balsamella

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n.
382

Fagiolini con l'odore di vainiglia

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n.
383

Fagiolini dall'occhio in erba all'aretina

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n.
384

Fagioli a guisa d'uccellini

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n.
386

Sformato di fagiuolini

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n.
388

Cavolfiore all'uso di Romagna

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n.
390

Sformato di spinaci

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n.
395

Funghi in umido

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n.
396

Funghi trippati

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n.
397

Funghi in gratella

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n.
402

Petonciani in gratella

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n.
404

Cardoni in teglia

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n.
405

Cardoni in umido

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n.
406

Cardoni in gratella

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n.
410

Cipolline in istufa

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n.
411

Cipolline per contorno ai coteghini

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n.
412

Sedani per contorno

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n.
414

Lenticchie intere per contorno

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n.
415

Lenticchie passate per contorno

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n.
416

Carciofi in salsa

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n.
417

Carciofi in umido colla nepitella

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n.
418

Carciofi ritti

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n.
419

Carciofi ripieni

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n.
420

Carciofi ripieni di carne

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n.
422

Carciofi in gratella

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n.
424

Piselli alla francese I

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n.
425

Piselli alla francese II

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n.
426

Piselli col prosciutto

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n.
427

Piselli colla carnesecca

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n.
428

Sformato di piselli freschi

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n.
429

Fave fresche in stufa

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n.
430

Pomodori ripieni

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n.
431

Cavolfiore colla balsamella

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n.
433

Sauer-kraut II

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n.
434

Broccoli o talli di rape alla fiorentina

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n.
435

Broccoli romani

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n.
437

Cavolo bianco per contorno

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n.
438

Cavolo nero per contorno

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n.
442

Patate tartufate

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n.
443

Passato di patate

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n.
444

Insalata di patate

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n.
445

Tortino di zucchini

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n.
448

Spinaci per contorno

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n.
449

Spinaci di magro all'uso di Romagna

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n.
451

Sformato di zucchini passati

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n.
452

Sformato di funghi

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Piatti di pesce

Qualità e stagione dei pesci Tra i pesci comuni, i più fini sono: lo storione, il dentice, l’ombrina, il ragno, la sogliola, il rombo, il pesce San Pietro, l’orata, la triglia di scoglio, la trota d’acqua dolce; ottimi tutto l’anno, ma la sogliola e il rombo specialmente d’inverno. Le stagioni per gli altri pesci più conosciuti sono: pel nasello, l’anguilla e i totani, tutto l’anno; ma l’anguilla è più adatta l’inverno e i totani sono migliori l’estate. Pel muggine grosso di mare, il luglio e l’agosto; pel muggine piccolo (cefalo), l’ottobre e il novembre, ed anche tutto l’inverno. Pei ghiozzi, frittura e seppie, il marzo, l’aprile e il maggio. Pei polpi, l’ottobre. Per le sarde e le acciughe, tutto l’inverno fino all’aprile. Per le triglie (barboni), il settembre e l’ottobre. Pel tonno, dal marzo all’ottobre. Per lo sgombro, la primavera, specialmente il maggio; questo pesce, per la sua carne dura e tigliosa, si usa cuocerlo in umido; volendolo fare in gratella sarà bene metterlo al fuoco sopra un foglio grosso di carta unto e condirlo con olio, sale, pepe e qualche foglia di ramerino. Tra i crostacei, uno de’ più stimati è l’arigusta, o aragosta, buona tutto l’anno, ma meglio in primavera, e tra le conchiglie, l’ostrica, la quale ne’ luoghi di ostricultura si raccoglie dall’ottobre all’aprile. Il pesce, se è fresco, ha l’occhio vivace e lucido; lo ha pallido ed appannato se non è fresco. Un altro indizio della sua freschezza è il colore rosso delle branchie; ma queste potendo essere state colorite ad arte col sangue, toccatele con un dito e portatevelo al naso: l’odore vi farà la spia. Un altro carattere del pesce fresco è la sodezza delle carni, perché se sta molto nel ghiaccio diventa frollo e morbido al tatto. I marinai dicono che, i crostacei e i ricci di mare, sono più pieni pescati durante il chiaro di luna.

n.
457

Pesce al piatto

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n.
458

Pesce marinato

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n.
461

Pesce a taglio in umido

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n.
462

Pesce squadro in umido

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n.
463

Nasello alla palermitana

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n.
464

Rotelle di palombo in salsa

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n.
466

Filetti di sogliole col vino

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n.
468

Triglie col prosciutto

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n.
469

Triglie in gratella alla marinara

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n.
470

Triglie di scoglio in gratella

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n.
471

Triglie alla livornese

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n.
473

Tonno fresco coi piselli

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n.
474

Tonno in gratella

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n.
478

Conchiglie ripiene

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n.
480

Storione in fricandò

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n.
481

Acciughe alla marinara

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n.
485

Totani in gratella

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n.
486

Cicale ripiene

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n.
488

Cicale in umido

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n.
491

Anguilla arrosto

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n.
492

Anguille alla fiorentina

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n.
493

Anguilla in umido

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n.
494

Anguilla col vino

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n.
495

Anguilla in umido all'uso di Comacchio

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n.
497

Cefali in gratella

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n.
498

Telline o arselle in salsa d'uovo

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n.
499

Arselle o telline alla livornese

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n.
500

Seppie coi piselli

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n.
501

Tinche alla sauté

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n.
502

Pasticcio di magro

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n.
503

Ranocchi in umido

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n.
504

Ranocchi alla fiorentina

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n.
506

Baccalà alla fiorentina

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n.
507

Baccalà alla bolognese

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n.
509

Baccalà in gratella

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n.
511

Cotolette di baccalà

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n.
513

Stoccafisso in umido

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n.
514

Cieche alla pisana

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n.
517

Tinche di zimino

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n.
518

Luccio in umido

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n.
519

Palombo fritto

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n.
520

Palombo in umido

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Arrosti

Gli arrosti allo spiede, eccezion fatta degli uccelli e dei piccioni, ne’ quali sta bene la salvia intera, non si usa più di lardellarli né di pillottarli, né di steccarli con aglio, ramerino od altri odori consimili che facilmente stuccano o tornano a gola. Dove l’olio è buono ungeteli con questo liquido, altrimenti usate lardo o burro ove, per qualche ragione locale, si suol dar la preferenza all’uno più che all’altro di questi condimenti. L’arrosto, in generale, si preferisce saporito e però largheggiate alquanto col sale per le carni di vitella di latte, agnello, capretto, pollame e maiale: tenetevi più scarsi colle carni grosse e coll’uccellame perché queste sono carni per sé stesse assai saporite; ma salate sempre a mezza o anche a due terzi di cottura. Commettono grave errore coloro che salano un arrosto qualunque prima di infilarlo nello spiede perché il fuoco allora lo prosciuga, anzi lo risecchisce. Il maiale e le carni di bestie lattanti, come vitella di latte, agnello, capretto e simili, debbono esser ben cotte per prosciugare la soverchia loro umidità. Il manzo e il castrato cuoceteli assai meno perché, essendo queste carni molto asciutte devono restare sugose. Gli uccelli cuoceteli a fiamma, ma badate di non arrivarli troppo, ché quelle carni perderebbero allora gran parte del loro aroma; però avvertite che non sanguinino il che potrete conoscere pungendoli sotto l’ala. Anche dei polli si può conoscere la giusta cottura quando, pungendoli nella stessa maniera, non esce più sugo. Le carni di pollo risulteranno più tenere e di miglior colore se le arrostirete involtate dentro ad un foglio la cui parte aderente alla carne sia prima stata unta di burro; per evitare che la carta bruci, ungetela spesso all’esterno. A mezza cottura levate il foglio e terminate di cuocere il pollo, il tacchino o altro che sia, salandoli ed ungendoli. In questo caso sarà bene di mettere un po’ di sale nel loro interno prima d’infilarli allo spiede e di steccar con lardone il petto de’ tacchini e delle galline di Faraone. Qui è bene avvertire che il piccione giovane e il cappone ingrassato, sia arrosto che lesso, sono migliori diacci che caldi e stuccano meno. Le carni arrostite conservano meglio, che preparate in qualunque altra maniera, le loro proprietà alimentari e si digeriscono più facilmente.

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Arrosto di vitella di latte

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Arrosto d'agnello all'aretina

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Arrosto di lepre I

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Arrosto morto lardellato

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Piccione a sorpresa

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Braciuola di manzo ripiena arrosto

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Costolette di vitella di latte alla milanese

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Pollo ripieno arrosto

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Cappone arrosto tartufato

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Pollo in porchetta

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Pollo alla Rudinì

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Agnello all'orientale

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Piccione in gratella

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Fegatelli in conserva

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Bistecca alla fiorentina

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Arnioni alla Parigina

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