Minestre
74. Risotto nero con le seppie alla fiorentina
Questo invertebrato (Sepia officinalis) dell’ordine dei molluschi e della famiglia dei cefalopodi è chiamato calamaio in Firenze, forse perché (formando spesso la bella lingua toscana i sui vocaboli colle similitudini) esso racchiude nel suo sacco una vescichetta, che la natura gli ha dato a difesa, contenente un liquido nero che può servire da inchiostro.
I Toscani, i Fiorentini in ispecie, sono così vaghi degli ortaggi, che vorrebbero cacciarli per tutto e per conseguenza in questo piatto mettono la bietola che, mi pare, ci stia come il pancotto nel credo. Questo eccessivo uso di vegetali non vorrei fosse una, e non ultima, delle cagioni della flaccida costituzione di alcune classi di persone, che, durante l’influenza di qualche malore, mal potendo reggerne l’urto, si vedono cadere fitte come le foglie nel tardo autunno.
Spellate e sparate le seppie per nettarle delle parti inservibili che sono l’osso, l’apparato della bocca, gli occhi e il tubo digerente; mettete da parte la vescichetta dell’inchiostro, e dopo averle lavate bene tagliatele a quadrettino e le code a pezzetti.
Tritate minutamente due cipolle non grandi, o meglio una sola e due spicchi d’aglio, e ponetele al fuoco in una cazzaruola con olio finissimo e in abbondanza. Quando il soffritto avrà preso il rosso buttateci le seppie ed aspettate che queste, bollendo, comincino a divenir gialle per gettarvi grammi 600 circa di bietola, netta dalle costole più grosse e tritata alquanto. Mescolate e lasciate bollire per circa mezz’ora; poi versate grammi 600 di riso (che sarà il peso delle seppie in natura) e il loro inchiostro e, quando il riso si sarà bene impregnato di quel sugo, tiratelo a cottura con acqua calda. Il riso, per regola generale, dev’essere poco cotto, e quando si dice asciutto deve far la colma sul vassoio in cui lo servite. Accompagnatelo sempre col parmigiano grattato; ma se avete lo stomaco delicato astenetevi dal farne uso, quando è cucinato con questi e simili ingredienti di non facile digestione.
Ora v’indicherò un’altra maniera di fare questo risotto per scegliere fra i due quello che più vi aggrada. Niente bietola, niente inchiostro, e quando le seppie, come si è detto, cominciano a prendere il giallo, versate il riso e tiratelo a cottura con acqua calda e sugo di pomodoro o conserva, dandogli più grazia e sapore con un pezzetto di burro; quando è quasi cotto unite del parmigiano.
Se lo volete ancora migliore aggiungete a due terzi di cottura, i piselli accennati nel risotto colle tinche.
Procedimento
- Durata
- Circa 1 ora
- Ingredienti
- Seppie, riso, bietola, cipolla, aglio, olio, acqua, inchiostro di seppia, parmigiano, pomodoro o conserva, burro, piselli
- Strumenti
- Cazzaruola, coltello, tagliere
Passaggi
1. Preparazione delle Seppie
Spellate e pulite bene le seppie eliminando l'osso, l'apparato boccale, gli occhi e il tubo digerente. Conservate la vescichetta dell'inchiostro e lavate le seppie tagliandole poi a quadretti con le code a pezzetti.
2. Preparazione del Soffritto
Tritate finemente due cipolle o una cipolla grande con due spicchi d'aglio. Mettete il trito in una cazzaruola insieme all'olio e lasciate cuocere finché il soffritto non diventa rosso. Aggiungete le seppie e fatele cuocere finché non iniziano a dorarsi.
3. Cottura delle Seppie con la Bietola
Una volta che le seppie sono dorate, aggiungete 600 grammi di bietola tritata e privata delle coste più grosse. Mescolate bene e lasciate bollire per circa mezz'ora.
4. Aggiunta del Riso
Versate 600 grammi di riso e l'inchiostro delle seppie. Quando il riso sarà ben impregnato del sugo, continuate la cottura aggiungendo acqua calda, finché il riso non è cotto al dente. Servite col parmigiano grattugiato.
5. Variante Senza Bietola
Se preferite, potete omettere la bietola e l'inchiostro. Cuocete il riso con acqua calda e sugo di pomodoro o conserva, con un pezzetto di burro per insaporire. Quasi a fine cottura, aggiungete il parmigiano.
Curiosità, aneddoti, info aggiuntive
Il nero di seppia è un ingrediente tradizionale nelle cucine costiere italiane, particolarmente apprezzato per il suo sapore deciso e la capacità di tingere di nero i piatti. Questo invertebrato è considerato una delizia della cucina toscana, ma il suo utilizzo in cucina non è limitato solo a questa regione.
La seppia è nota per il suo elevato contenuto proteico e il basso apporto calorico, rendendolo un ingrediente salutare oltre che gustoso.