Rifreddi

372. Pasticcio di lepre

Chi non ha buone braccia non si provi intorno a questo pasticcio. La natura arida delle carni della bestia di cui si tratta e il molto ossame, richiedono una fatica improba per estrarne tutta la sostanza possibile, senza di che non fareste nulla di veramente buono.

Quello che qui vi descrivo fu fatto alla mia presenza, nelle seguenti dosi e proporzioni sulle quali, regolandovi, ritengo non sia il caso di sciupare i vostri quattrini.

  • Mezza lepre, senza testa e gli zampucci, un chilogrammo.
  • Magro di vitella di latte, grammi 230.
  • Burro, grammi 90.
  • Lingua salata, grammi 80.
  • Grasso di prosciutto, grammi 80.
  • Prosciutto grasso e magro, tagliato grosso mezzo dito, grammi 50.
  • Detto, tagliato fine, grammi 30.
  • Tartufi neri, grammi 60.
  • Farina per la balsamella, grammi 30.
  • Marsala, decilitri 3.
  • Uova, n. 2.
  • Latte, mezzo bicchiere.
  • Brodo, quanto basta.

Dalla lepre, dopo averla lavata ed asciugata, levate grammi 80 di magro dal filetto o altrove e ponetelo da parte. Poi scarnite tutte le ossa, per separarle dalla carne, rompetele e ponete anche queste da parte. La carne tagliatela a pezzi, e coi suddetti grammi 80 di magro, lasciato intero, mettetela in infusione con due terzi circa della detta marsala e coi seguenti odori tagliati all’ingrosso: un quarto di una grossa cipolla, mezza carota, una costola di sedano lunga un palmo, diversi gambi di prezzemolo e due foglie di alloro. Conditela con sale e pepe, rivoltate bene ogni cosa e lasciatela in riposo diverse ore. Frattanto nettate dalle pelletiche la carne di vitella di latte, sminuzzatela col coltello e pestatela nel mortaio quanto più fine potete.

Scolate dalla marsala la carne messa in infusione e con tutte le ossa, gli odori indicati, il grasso di prosciutto, tagliato a pezzettini e grammi 30 del detto burro, ponetela in una cazzaruola coperta e, a fuoco vivo, lasciatela rosolar bene, rimuovendola spesso col mestolo e bagnandola, quando sarà asciutta, con marsala, servendovi anche di quella rimasta dell’infusione, e con brodo fino a cottura completa. Allora separate nuovamente la carne dalle ossa e rimettete da parte gli 80 grammi di magro per formare con questo, coi grammi 50 di prosciutto e con la lingua, tanti filetti grossi più di mezzo dito.

Pestate prima tutta la carne della lepre nel mortaio, bagnandola di quando in quando per renderla più pastosa, ma non troppo liquida, col resto della marsala e con brodo e passatela; poi pestate le ossa e procurate che passi di queste tutto quel che più potete, avvertendovi però occorrervi a quest’uopo uno staccio di fil di ferro.

Ora, fate una balsamella con grammi 30 del detto burro, la farina e il latte indicati e, cotta che sia, versate nella stessa cazzaruola tutta la carne passata, tanto quella della lepre che della vitella di latte cruda, aggiungete le due uova, mescolate bene ed assaggiate il composto se è dosato giusto di condimenti, per aggiungere, se occorre, sale e il resto del burro.

Adesso incassate il pasticcio colla pasta qui sotto descritta e per riempirlo regolatevi come nel n. 370. I tartufi tagliateli a tocchetti grossi come le nocciuole e così crudi e con tutti i filetti descritti disponeteli a tre suoli alternati col composto ben pigiato onde vengano sparsi regolarmente, e facciano bella mostra quando il pasticcio si taglia. Per ultimo distendetegli sopra i grammi 30 di prosciutto a fette piuttosto sottili e copritelo.

Potete coprirlo con pasta sfoglia a metà, come quella della ricetta n. 155, oppure con la seguente:

  • Farina, grammi 250.
  • Burro, grammi 80.
  • Spirito di vino, cucchiaini n. 2.
  • Zucchero, cucchiaini n. 2.
  • Rossi d’uovo, n. 2.
  • L’agro di uno spicchio di limone.
  • Sale, grammi 5.
  • Acqua fredda, se occorre.

Con la norma di questo, salvo qualche variazione del caso, potete fare diversi altri pasticci di selvaggina, come sarebbe di cignale, daino e capriolo. Questo ritengo possa bastare per un pranzo anche di venti persone.

Procedimento

Durata
Diversi ore
Ingredienti
Mezza lepre senza testa e zampucci, magro di vitella di latte, burro, lingua salata, grasso di prosciutto, prosciutto grasso e magro, tartufi neri, farina per la balsamella, marsala, uova, latte, brodo, farina, spirito di vino, zucchero, rossi d'uovo, l'agro di uno spicchio di limone, sale, acqua fredda
Strumenti
Cazzaruola, mortaio, mestolo, staccio di fil di ferro

Passaggi

Passaggi

1. Preparazione della Lepre

Lavate la lepre, asciugatela e prelevate 80 g di magro dal filetto. Mettete da parte. Scarnite le ossa e tagliate a pezzi la carne. Mettete tutto in infusione con marsala, cipolla, carota, sedano, prezzemolo e alloro. Condite con sale e pepe e lasciate riposare per diverse ore. Nel frattempo, pulite la carne di vitella, tritatela e pestatela finemente in un mortaio.

2. Cottura della Carne e Ossa

Scolate la carne dalla marinatura e rosolatela in una cazzaruola con grasso di prosciutto e burro. Aggiungete il marsala e brodo finché tutto è cotto. Separate la carne dalle ossa e pestate tutto nel mortaio. Passate la carne e le ossa attraverso uno staccio di fil di ferro per ottenere il massimo della sostanza.

3. Preparazione della Balsamella

Preparate una balsamella con burro, farina e latte. Aggiungete la carne passata di lepre e vitella, le uova, e mescolate bene. Aggiustate di sale e aggiungete eventualmente altro burro. Formate filetti con il magro conservato, prosciutto e lingua. Tagliate i tartufi come nocciole.

4. Assemblaggio del Pasticcio

Incorporate il pasticcio con la pasta suggerita e alternare strati di carne con filetti e tartufi. Coprite il tutto con fettine di prosciutto e pasta sfoglia. Cuocete secondo le indicazioni della ricetta n. 370. Buon appetito!

Curiosità, aneddoti, info aggiuntive

La lepre è considerata una prelibatezza tradizionale, spesso associata a cene di caccia e festività. La preparazione di un pasticcio di lepre richiede tempo e abilità, testimonianza dell'importanza storica di questo piatto nella cucina italiana d'élite. La presenza di ingredienti come i tartufi dimostra la ricchezza e la raffinatezza tipica delle tavole aristocratiche.