Fritti
224. Fritto alla Garisenda
Signore che vi dilettate alla cucina non mettete questo fritto nel dimenticatoio, perché piacerà ai vostri sposi e, per gl’ingredienti che contiene, forse sarete da essi rimeritate. Prendete pane raffermo, non troppo spugnoso, levategli la corteccia e tagliatelo a mandorle o a quadretti di quattro centimetri circa per ogni lato, tutti di un’eguale misura. Distendete sopra ad ognuno prima una fetta di prosciutto grasso e magro, poi fettine di tartufi e sopra a questi una fetta di cacio gruiera. Coprite il ripieno con altrettanti pezzetti di pane che combacino premendoli insieme perché stieno uniti; ma tagliate ogni cosa sottile onde i pezzi del fritto non riescano troppo grossolani.
Ora che lo avete preparato, bagnatelo leggermente col latte diaccio e quando lo avrà assorbito tuffate ogni pezzo nell’uovo frullato indi nel pangrattato ripetendo due volte l’operazione onde anche gli orli restino dorati e chiusi. Friggetelo nel lardo o nell’olio e servitelo solo o misto a qualche altro fritto.
Procedimento
- Durata
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- Ingredienti
- Pane raffermo, prosciutto, tartufi, cacio gruiera, latte diaccio, uovo, pangrattato, lardo o olio
- Strumenti
- Coltello da cucina, padella, piatti per immersione, cucchiaio o pennello per bagnare
Passaggi
1. Preparazione del pane
Tagliate il pane raffermo, eliminando la crosta e ricavando forme simili a mandorle o cubetti di circa 4 cm per lato. Fate in modo che i pezzi siano di dimensioni uguali.
2. Aggiungere il ripieno
Sistemate sopra ogni pezzo di pane prima una fetta di prosciutto grasso e magro, poi delle fettine di tartufi e infine una fetta di cacio gruiera. Coprite il tutto con un altro pezzo di pane delle stesse dimensioni, premendo bene per farli aderire.
3. Impanare e friggere
Bagnate leggermente il pane assemblato nel latte freddo finché assorbito. Immergete ogni pezzo nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato, ripetendo due volte l'operazione per dorare e chiudere i bordi. Friggete nel lardo o nell'olio finché dorati e servite caldi.
Curiosità, aneddoti, info aggiuntive
Il “Fritto alla Garisenda” prende il nome da una delle due torri più famose di Bologna, la Torre Garisenda, simbolo della città insieme alla sua gemella Torre Asinelli. È un piatto ricco tipico delle tradizioni culinarie dell'Emilia-Romagna, regione nota per il suo amore per la buona tavola.