Umidi

275. Folaghe in umido

La folaga (Fulica Atra) si potrebbe chiamare uccello pesce, visto che la Chiesa permette di cibarsene ne’ giorni magri senza infrangere il precetto. La sua patria sono i paesi temperati e caldi dell’Europa e dell’Africa settentrionale, e come uccello anche migratorio viaggia di notte. Abita i paduli e i laghi, è nuotatore, nutrendosi di piante acquatiche, d’insetti e di piccoli molluschi. Due sole specie trovansi in Europa. Fuori del tempo della cova le folaghe stanno unite in branchi numerosissimi, il che dà luogo a cacce divertenti e micidiali. È assai cognita quella con barchetti, chiamata la tela, nelle vicinanze di Pisa sul lago di Massaciuccoli, di proprietà del marchese Ginori Lisci, che ha luogo diverse volte nell’autunno inoltrato e nell’inverno. Nella caccia del novembre 1903, alla quale presero parte con cento barche cacciatori di ogni parte d’Italia, furono abbattute circa seimila folaghe; così riferirono i giornali.

La carne della folaga è nera e di poco sapore, e pel selvatico che contiene bisogna, in cucina, trattarla così:

Prendiamo, ad esempio (come ho fatto io), quattro folaghe e, dopo averle pelate e strinate alla fiamma per tor via la gran caluggine che hanno, vuotatele e lavatele bene. Dopo trapassatele per la lunghezza del corpo con uno spiedo infuocato, poi tagliatele in quattro parti gettando via la testa, le zampe e le punte delle ali; indi tenetele in infusione nell’aceto per un’ora e dopo lavatele diverse volte nell’acqua fresca. Dei fegatini non me ne sono servito; ma le cipolle, che sono grosse e muscolose come quelle della gallina, dopo averle vuotate, lavate e tagliate in quattro pezzi, le ho messe pure nell’infusione.

Ora, fate un battuto, tritato fine, con una grossa cipolla e tutti gli odori in proporzione, cioè sedano, carota e prezzemolo, e mettetelo al fuoco con grammi 80 di burro, e nello stesso tempo le folaghe e i ventrigli condendole con sale, pepe e odore di spezie. Quando saranno asciutte bagnatele con sugo di pomodoro o conserva sciolta in acqua abbondante per cuocerle e perché vi resti molto intinto. Cotte che sieno, passate il sugo e in questo unite un petto e mezzo di folaga tritato fine e altri grammi 40 di burro, per condire con esso e con parmigiano tre uova di pappardelle o grammi 500 di strisce che, pel loro gusto particolare, saranno lodate. Le folaghe, con alquanto del loro intinto, servitele dopo come piatto di companatico che non saranno da disprezzarsi. Tutta questa roba credo potrà bastare per cinque o sei persone.

Ho inteso dire che si ottiene anche un discreto brodo cuocendole a lesso con due salsicce in corpo.

Procedimento

Durata
2 ore
Ingredienti
Folaghe, cipolla, sedano, carota, prezzemolo, burro, sale, pepe, spezie, sugo di pomodoro, conserva, petti di folaga, parmigiano, pappardelle
Strumenti
Coltello, spiedo, pentola, mestolo, setaccio

Passaggi

Passaggi

1. Preparazione delle folaghe

Dopo aver scosso via la caluggine delle folaghe, pelatele e strinatele alla fiamma. Successivamente, svuotate e lavate bene. Infilzate le folaghe lungo la loro lunghezza con uno spiedo infuocato, quindi tagliatele in quarti, eliminando testa, zampe e punte delle ali. Immergetele in aceto per un'ora poi risciacquatele abbondantemente in acqua fresca.

2. Preparazione del battuto

Tritate finemente una grossa cipolla insieme a sedano, carota e prezzemolo. Mettete il tutto a cuocere in una pentola con 80 grammi di burro, aggiungendo le folaghe e i loro ventrigli. Condite con sale, pepe e spezie. Quando la carne si sarà asciugata, aggiungete sugo di pomodoro o conserva diluita in acqua, assicurandovi che vi sia abbondante sugo.

3. Cottura e condimento

Una volta cotte le folaghe, passate il sugo attraverso un setaccio e unite un petto e mezzo di folaga tritato finemente e altri 40 grammi di burro. Questo serve per condire tre uova di pappardelle o 500 grammi di strisce. Servite le folaghe con un po' del loro sugo come piatto di contorno, insieme alle pappardelle con parmigiano.

Curiosità, aneddoti, info aggiuntive

La folaga è noto per essere permesso dalla Chiesa nei giorni di magro, dato il suo habitat acquatico che lo rende quasi simile a un pesce. Ciò spiega la sua storica popolarità durante i periodi di astinenza.

La caccia alla folaga sul lago di Massaciuccoli era una vera e propria attrazione, con centinaia di cacciatori che vi partecipavano, rendendola un evento sociale di grande rilevanza nei primi del '900.