Umidi
287. Costolette di daino alla cacciatora
Le carni del daino, del capriolo e di simili bestie di selvaggina sono aride e dure, quindi è necessario che il tempo le frolli per essere meglio gustate.
Servitevi per questo piatto della lombata, da cui taglie rete le costolette tenendole sottili. Mettete al fuoco olio e burro in proporzione della quantità che avrete a cuocere, uno spicchio d’aglio intero e diverse foglie di salvia. Quando l’aglio avrà preso colore collocateci sopra le costolette, conditele con sale e pepe e cuocetele a fuoco ardente, alla svelta, annaffiandole col marsala.
Procedimento
- Durata
- 30 minuti
- Ingredienti
- Costolette di daino, olio, burro, aglio, salvia, sale, pepe, marsala
- Strumenti
- Pentola, coltello affilato, cucchiaio di legno
Passaggi
1. Preparazione delle costolette
Inizia la preparazione tagliando la lombata di daino per ottenere delle costolette sottili. Questa operazione richiede un coltello affilato e una mano ferma. Ricorda che per ottenere il massimo del sapore, le carni di daino dovrebbero essere ben frollate, dato che sono generalmente aride e dure.
2. Aromatizzazione dell'olio
Metti sul fuoco una pentola con una quantità di olio e burro proporzionata alle costolette che intendi cucinare. Aggiungi uno spicchio d'aglio intero e diverse foglie di salvia. Lascia insaporire fino a quando l'aglio prende colore, rilasciando i suoi aromi nell'olio.
3. Cottura delle costolette
A questo punto, sistema le costolette nell'olio aromatizzato. Condisci con sale e pepe a tuo gusto e cuocile a fuoco ardente, per una cottura rapida. Durante la cottura, bagna le costolette con un po' di marsala per esaltarne il sapore e mantenerle succulente.
Curiosità, aneddoti, info aggiuntive
Il daino è un animale originario dell'Europa, ma è stata l'introduzione in altre aree a farlo diventare popolare nella cucina di selvaggina. Le carni necessitano di un periodo di frollatura per raggiungere la consistenza ideale da cucinare. Il marsala aggiunge un tocco di dolcezza e profondità al piatto, un'accortezza tipica della cucina italiana per esaltare la selvaggina senza coprirne il sapore.