Piatti di pesce

506. Baccalà alla fiorentina

Il baccalà appartiene alla famiglia delle Gadidee il cui tipo è il merluzzo. Le specie più comuni de’ nostri mari sono il Gadus minutus e il Merlucius esculentus, o nasello, pesce alquanto insipido, ma di facile digestione per la leggerezza delle sue carni, e indicato ai convalescenti, specialmente se lesso e condito con olio e agro di limone.

Il genere Gadus morrhua è il merluzzo delle regioni artiche ed antartiche il quale, dalla diversa maniera di acconciarlo, prende il nome di baccalà o stoccafisso e, come ognun sa, è dal fegato di questo pesce che si estrae l’olio usato in medicina. La pesca del medesimo si fa all’amo e un solo uomo ne prende in un giorno fino a 500, ed è forse il più fecondo tra i pesci, essendosi in un solo individuo contate nove milioni di uova.

In commercio si conoscono più comunemente due qualità di baccalari, Gaspy e Labrador. La prima proveniente dalla Gaspesia, ossia dai Banchi di Terra Nuova (ove sì pescano ogni anno più di 100 milioni di chilogrammi di merluzzi), è secca, tigliosa e regge molto alla macerazione; la seconda, che si pesca sulle coste del Labrador, forse a motivo di un pascolo più copioso, essendo grassa e tenera, rammollisce con facilità ed è assai migliore al gusto.

Il baccalà di Firenze gode buona reputazione e si può dir meritata perché si sa macerar bene, nettandolo spesso con un granatino di scopa, e perché essendo Labrador di prima qualità, quello che preferibilmente vi si consuma, grasso di sua natura, è anche tenero, tenuto conto della fibra tigliosa di questo pesce non confacente agli stomachi deboli; per ciò io non l’ho potuto mai digerire. Questo salume supplisce su quel mercato, nei giorni magri, con molto vantaggio il pesce, che è insufficiente al consumo, caro di prezzo e spesso non fresco.

Tagliate il baccalà a pezzi larghi quanto la palma della mano e infarinatelo bene. Poi mettete un tegame o una teglia al fuoco con parecchio olio e due o tre spicchi d’aglio interi, ma un po’ stiacciati. Quando questi cominciano a prender colore buttate giù il baccalà e fatelo rosolare da ambedue le parti, rimuovendolo spesso affinché non si attacchi. Sale non ne occorre o almeno ben poco previo l’assaggio, ma una presa di pepe non ci fa male. Per ultimo versategli sopra qualche cucchiaiata di sugo di pomodoro n. 6, o conserva diluita nell’acqua; fatelo bollire ancora un poco e servitelo.

Procedimento

Durata
Circa 30 minuti
Ingredienti
Baccalà, farina, olio, aglio, sale, pepe, sugo di pomodoro
Strumenti
Tegame o teglia, coltello, cucchiaio

Passaggi

Passaggi

1. Preparazione del Baccalà

Tagliate il baccalà in pezzi larghi quanto la palma della mano. Infarinate bene ogni pezzo, assicurandovi che la farina aderisca uniformemente.

2. Preparazione del soffritto

Scaldate un tegame o una teglia sul fuoco. Aggiungete parecchio olio e due o tre spicchi d'aglio, interi ma un po' schiacciati. Quando l'aglio inizia a prendere colore, è il momento di aggiungere il baccalà.

3. Cottura del Baccalà

Collocate i pezzi di baccalà nel tegame. Fateli rosolare bene da entrambi i lati, girandoli spesso per evitare che si attacchino. Assaggiate e correggete di sale se necessario, poi aggiungete una presa di pepe.

4. Aggiunta del sugo e Servizio

Versate alcune cucchiaiate di sugo di pomodoro sul baccalà e lasciate che la pietanza bolla ancora per qualche minuto. Una volta completata la cottura, servite il baccalà caldo.

Curiosità, aneddoti, info aggiuntive

Il baccalà è un alimento molto apprezzato nella cucina fiorentina, specialmente nei giorni di magro, quando il consumo di carne era tradizionalmente evitato. Questo piatto è un esempio di come una tecnica di preparazione ben eseguita possa trasformare ingredienti umili in una delizia culinaria.

La varietà di baccalà preferita per questa ricetta è quella del Labrador, nota per essere più grassa e tenera rispetto ad altre. L'abilità dei fiorentini nel macerarlo con cura contribuisce alla sua reputazione.